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Gli edifici simmetrici della Esso Standard Italiana e della Società Generale Immobiliare, progettati da Luigi Moretti e da Vittorio Ballio Morpurgo per conto dell'Immobiliare, sono i primi edifici dell'EUR che si incontrano provenendo da Roma. La critica li ha accolti con giudizi controversi: Tafuri ne coglieva la "sofisticata astrazione"; Zevi li giudicava "oggetti rinascimentali, semitrasparenti e ben lustri, posati lì senza ragione, inabili a radicarsi"; Portoghesi li includeva tra le opere in cui Moretti aveva "maturato una personale rielaborazione della tematica razionalista" basata "sul ricorso a elementi compositivi (forme volumetriche elementari, piani liberi, grandi fessure verticali, spregiudicati tagli volumetrici) dotati di immediata forza icastica"; Bonelli ne evidenziava lo "schematico semplicismo" e la "povera grafia metallica"; Conforti li considerava "un risultato del tutto originale" e tra i pochissimi "edifici, progettati e costruiti appositamente per uffici, che suscitino un interesse non aneddotico". Moretti li annoverava tra le sue opere più significative, tra quelle che meglio esprimevano il suo personalissimo e sofisticato modo di "operare in arte". Finora non erano stati compiuti studi circostanziati sulle fasi del progetto e della costruzione dei due edifici. Questo libro, scritto dopo una ricerca sistematica condotta sulle fonti di archivio, prova a colmare questa lacuna.